Damiano Murtas
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Nato a Mamoiada, in Sardegna, Damiano Murtas è il maggiore di nove fratelli. A diciassette anni lascia la sua terra alla ricerca di lavoro per aiutare la madre, casalinga, ed il padre, pastore, nel mantenimento della famiglia. Approdato in Germania, trova impiego come giardiniere presso la famiglia Schmidt, proprietaria della nota ditta farmaceutica tedesca. Due anni dopo, sventa un tentativo di rapina a danno dei padroni di casa, uccidendo con le loro stesse armi, dopo una feroce colluttazione, due malviventi che si erano introdotti nell’abitazione. Altri due scelgono invece la fuga, ma vengono arrestati poco dopo. Le indagini tuttavia, portano al rinvio a giudizio anche del Murtas, accusato dai sopravvissuti di aver ucciso i loro complici, già disarmati, a sangue freddo. Nonostante l'accorata testimonianza di Mr. Schmidt, viene condannato a sei anni di carcere. Non lo aiuta, infatti, il suo assoluto mutismo
durante il processo, interrotto solo da una frase in sardo, fortunatamente non intesa dai giudici ("battìtemi sos àteros, chi fachìmus còntu ùnicu" cioè "portatemi gli altri, che facciamo conto unico"). Scontata la pena, vive oggi nelle campagne del suo paese dove, grazie anche ad una generosa elargizione della famiglia Schmidt, ha aperto con successo un caseificio dove hanno trovato impiego i suoi familiari e anche molti dei suoi concittadini.